L’Abbazia di Santa Maria in Potenza sorge sulla zona sud del territorio portorecanatese ed è una delle chiese locali più ricche di storia. La chiesa dell’abbazia si presenta come un massiccio e disadorno edificio, dotato a levante di un avancorpo semicircolare culminante in una serie di colonnine e archetti, elementi tipici dello stile romanico. Sul lato nord della chiesa è rimasto un locale molto ampio, oggi adibito a magazzino, che doveva essere l’antico refettorio dei monaci. L’abbazia fu fondata dai monaci Crociferi nell’XI secolo. Questi monaci praticavano opere di accoglienza gratuita dei malati ospitando i pellegrini e i viandanti. Essi, inoltre, risistemavano le strade e costruivano i ponti per facilitare l’accesso alla loro abbazia. Nel 1656 l’opera dei Crociferi cessò a causa della fine del loro ordine, decretata da una bolla di Alessandro II, divenendo l’abbazia. Negli anni seguenti l’abbazia divenne, per disposizione dei Sommi Pontefici, proprietà di diversi prelati ecclesiastici e i suoi terreni, un tempo fecondi, si trasformarono in zone paludose e malariche. Nel 1794 l’abbazia venne concessa da Pio VI ai monaci Cistercensi, i quali la riportarono al precedente splendore e ricostruirono la chiesa ex novo. Dopo pochi anni, però, l’abbazia venne sequestrata da Napoleone, che la diede in dono a sua sorella Paolina, maritata al principe Borghese. Ella non se ne occupò mai e dopo la sua morte divenne proprietà della famiglia del marito. Successivamente fu acquistata dagli attuali proprietari che la restaurarono completamente e, nel 1946, fecero costruire una chiesetta all’interno della cripta sottostante al presbiterio della chiesa primitiva. L’altare venne ornato da un trittico, opera del pittore prof. Cesare Peruzzi, nel quale sono raffigurati la Madonna, alla quale l’abbazia da sempre è dedicata, San Bernardo, fondatore dei Cistercensi, e Sant’Antonio Abate, patrono di queste campagne.